L'arrivo
Il primo capitolo del libro
Samuele Ciullo
9/23/20246 min read


Prova a immaginare l’insegnante più severa, noiosa e arcigna che tu abbia mai incontrato. Tutti abbiamo avuto quell’insegnante, sì, proprio quella che non sorride mai e che ti guarda con il naso un po’ all'insù e gli occhi un po’ all’ingiù, la bocca sottile sottile che sembra sempre schifata e i capelli raccolti in una crocchia impeccabile.
Quell’insegnante che qualsiasi cosa tu dica è sbagliata e qualsiasi cosa tu faccia è riprovevole. Che poi questa parola, riprovevole, potrebbe usarla solo quell’insegnante lì, perché è una parola proprio brutta!
Ecco, quell’insegnante è la protagonista della nostra storia! Arriva impettita, camminando a piccoli passettini nervosi, vestita in bianco e nero e si chiama Mariangela Solenne.
-Professoressa Mariangela Solenne!- Scandisce, mentre scrive il suo nome alla lavagna. Poi si volta di scatto:
-Ma chiamatemi solamente professoressa Solenne. Dunque, siete qui per la Conferenza? Posso chiedere che studi avete fatto? Scuola primaria, secondaria? Qualora foste almeno in quarta elementare voglio sperare voi abbiate già qualche nozione di relatività ristretta, dico bene? Bene! Allora conoscerete tutti le teorie di Albert Einstein sulle leggi fisiche, che vengono percepite diversamente a seconda del punto di vista.
Attenzione! Quando parte non finisce più!
-Ad esempio: a voi sembra di essere fermi, ma dal punto di vista di un astronauta che vi osservi dallo spazio vi state muovendo insieme alla Terra a 1700 km orari.-
Te l’avevo detto!
-Questo è il punto di partenza per innumerevoli teorie scientifiche, come la teoria delle stringhe, di cui tratteremo oggi. Saprete sicuramente che il "momento" e il "numero angolare" possono essere scambiati purché si scambi anche il raggio R del cerchio con la lunghezza della stringa alla seconda fratto il raggio.
Qualcuno la fermi!
-Fin qui tutto chiaro? Ne deriva che, se noi dovessimo cercare la R nella formula L^2st/R…
-Bastaaaaa!- Un urlo dal fondo della sala interrompe la sequela di difficilissime informazioni.
-Chi ha parlato?!- Chiede indignata la professoressa.
È un uomo dai bianchi capelli scompigliati con dei bianchi baffoni che sembrano gli sbuffi di latte quando bevi il cappuccino la mattina. È vestito con un camice bianco e un costume da bagno hawaiano, porta i mocassini ma non indossa i calzini! Si dirige a tutta velocità verso Mariangela, rischiando di investirla con la sua strana bicicletta da corsa lucente. Se non avesse suonato la trombetta come un forsennato la professoressa Solenne non si sarebbe spostata in tempo e i due sarebbero finiti di sicuro per terra come due salami!
-Signorina, se sta cercando la R è proprio lì, sulla sua lavagna!
-Non dica sciocchezze!
-Mai! Dai, cerchiamo altre lettere, tipo… la E, di Einstein!
-Ma lei chi è?
-Ovviamente Einstein! Eccomi qui! Trovato anche lui! Che fantastica giornata per le scoperte!
-Non dica fandonie, signore, Einstein è morto 68 anni fa. Porti rispetto per il più grande scienziato di tutti i tempi, per cortesia.-
Sul volto dell’uomo compare un sorriso, ma non subito: piano piano, come un fiore che sboccia in primavera. Prima gli angoli della bocca iniziano ad andare verso l’alto, poi le labbra si separano in un silenzioso “ooooh” e infine:
-Ma allora sei un’ammiratrice! Vuoi l’autografo? Ti faccio l’autografo?
La bocca di Mariangela Solenne invece fa la strada inversa, si corruccia e si stropiccia in un broncio che le rende anche gli occhi arrabbiati. Sembra un limone maturo! Le labbra diventano così sottili che non riescono a contenere le parole, che escono come dei proiettili:
-Si può sapere chi l’ha fatta entrare? Tutto sbrindellato, senza neanche i calzini!
E dicendo così punta un dito accusatore verso le caviglie nude del povero anziano.
-Qui si stava tenendo una conferenza importantissima sulla teoria delle stringhe, che dice che tutte le particelle dell’universo vibrano in sottilissime stringhe…
Il vecchietto è come scosso da una strana energia che gli fa vibrare i baffi. Punta il dito verso il cielo e tutto impettito esclama:
-Ve la spiego io la teoria delle stringhe! Prendete un’ipotetica… SCARPA… - e così dicendo si toglie il mocassino, scoprendo il piede nudo che saluta con tutte e cinque le dita che si agitano come pazze!
- … teoricamente le STRINGHE sono più eleganti, ma quelle con lo strappo sono molto, molto più comode!
È l’ultima interruzione che Mariangela può tollerare. Sbatte per terra il libro che tiene stretto al petto, chiude i pugni e inizia a urlare:
-SICUREZZA! PORTATELO VIA!
-Ma io sono davvero Einstein!
-Certo, certo, Einstein l’avrebbe saputa a menadito la teoria delle stringhe. Ci vuole rigore, disciplina. La scienza è una cosa seria, non uno sch…
Ma non riesce a finire la frase, perché il dito del vecchietto, ancora alzato verso l’alto, inizia a scandire il tempo, mentre lui enuncia tutto d’un fiato:
-Laaaaaaaaaaa… forza nucleare può essere rappresentata attraverso stringhe vibranti ad una sola dimensione le cui proprietà combaciano esattamente con le particelle mediatrici della forza gravitazionale. Piacere, Albert Einstein!
Mariangela rimane a bocca aperta, incapace di dire altro. Allora la sa davvero a menadito! Sotto tutti quegli scherzi e battute c’è davvero un genio! Il genio!
-Signor fantasma è un piacere conoscerla! Mi chiamo Mariangela Solenne e sono una sua grande ammiratrice!
Lui le tende la mano ma Mariangela è così emozionata che la stringe con tanta forza da far urlare di dolore il povero Albert!
-Ahi! Grazie Mary ma molla la mano! Io non sono un fantasma!
-No, no, no, lei è morto, io l’ho studiato!
-Sì, sì, sono morto quasi 70 anni fa, lo so! Ma oggi sono vivo e vegeto! Succede a noi viaggiatori nel tempo, sai? Ieri ero nell’anno 61.955, cioè 60mila anni dopo la mia morte! Che vuoi che siano una settantina d’anni?
Mariangela raccoglie il libro e inizia a sfogliarlo nervosamente facendo anche mille calcoli alla lavagna mentre mormora: -No, no, non è possibile, nonono… non voglio dubitare delle sue parole signor dottor professor Einstein ma il viaggio del tempo è impossibile. Troppe variabili, troppi calcoli e paradossi, e poi la tecnologia. No.-
Albert le prende delicatamente il gessetto, la guarda negli occhi e sussurra:
-Mary, calmati! L’universo è semplice, se sai come osservarlo. Se vuoi te lo insegno… vieni a fare un viaggio con me!
-Nel passato? Ma io ho paura… se cambiassimo anche solo una minima cosa nel passato potremmo combinare un disastro…-
Il sorriso di Albert Einstein sembra quello di un bambino, ma ispira fiducia.
-Me ne vado a zonzo nello spazio-tempo da tantissimo e non è mai successo nulla, l’universo sa come sistemare i miei piccoli disastri! E poi facciamo un viaggetto di prova, torniamo indietro di cinque minuti, che te ne pare?- Le chiede rassicurante.
-Se sono solo cinque minuti…
Il sorriso di Albert non potrebbe essere più grande. Fa un fischio armonioso e la sua bicicletta lucente arriva tintinnando, fermandosi proprio vicino al vecchietto. Mariangela sembra non capire e indica la bici con un sopracciglio alzato.
-E questa…?
-Questa è la mia macchina del tempo!
-È una bicicletta…
Albert sussulta ed accarezza il manubrio della bici, dicendole:
-Non le dare retta Pauline! Dice che sei una bicicletta! Non ti offendere, ok?- Poi rivolgendosi a Mariangela spiega:
-Pauline è un raggio di luce che mi concede di viaggiare con lei! Con la sua disponibilità nel farsi cavalcare e i miei esperimenti per riuscire a farlo siamo riusciti a viaggiare nel tempo per tutti questi anni! E lei ha preso la forma di una bicicletta perché mi serviva qualcosa di familiare e facile da usare… niente di meglio di un manubrio per aggrapparmi quando si sfreccia alla velocità della luce e si curva tra le pieghe del tempo! Inoltre mi serviva un cestino per mettere tutto il necessario… scarpe, vestiti, panini! Insomma Pauline, facciamole vedere di che cosa sei capace!
Einstein monta a cavallo della sua macchina del tempo e dà un colpetto al campanello. Mariangela, un po’ reticente, sale dietro di lui e si sistema la gonna. Albert si abbassa sul manubrio e sussurra:
-Forza Pauline! Velocità massima!
E la luce intorno a loro diventa un caleidoscopio di colori vibranti! Sono così veloci che il grido di gioia di Mariangela rimane indietro nel tempo! E Albert pedala come un matto mentre ride soddisfatto pregustando la nuova avventura!


Continua a leggere!
Se ti è piaciuto il primo capitolo acquista il libro intero e scopri l'avventura spazio-temporale di Mariangela ed Albert!

